mercoledì 3 febbraio 2010
Prima Linea
Si incontrano spesso le seconde linee della vita, quelli che sembravano fighi quando non eravamo fighi noi. Oggi li riscopriamo docili come agnellini, pieni di buona volontà, onesti e gentili ma dimentichi della loro disonestà e supponenza di un tempo. Servono birre al pub e da bravi ne decantano le doti, perché è ciò che hanno imparato in tutto questo tempo: “Questa è una doppio malto belga, è d’abbazia” ci dicono col sopracciglio alzato. “Bravo! Davvero davvero, bravo!” gli direi, se non fosse che una specie di repulsione rende me supponente. Io sono un genio, questo è pur vero, ma loro non hanno fatto i passi avanti minimi del criceto nella ruota e si reincarneranno in un fossile di birra belga. Sono gli stessi che oggi ci cercano per legittimare il loro presente in cui rivangano le inutili esperienze passate, ci salutano appena possono, credendo che il tempo in cui non ci siamo reciprocamente cagati, possa di colpo annullarsi. In fondo siamo arrivati tutti e due allo stesso punto, pensano. E invece no, carini. Il problema è che nel frattempo noi siamo diventati i pescivendoli dell’antica commedia greca e dal basso della nostra consapevolezza, affogati nel lerciume del nostro lavoro, deridiamo nell’immediato il sacro orgoglio con cui esibiscono una conoscenza sterile e ne facciamo legge universale. Così nella scuola ci sono le seconde linee che avanzano per anzianità e ne fanno un merito dispotico; proprio loro che non hanno mai capito nulla di nulla ci insegneranno tutto di tutto, finalmente-in-prima-linea-ora-tocca-a-me. Così abbiamo il più figo e firmato, quello che ha fatto esperienze, che ha sbavato per una recensione, quello che ignorava ciò che si doveva ignorare e si interessava a ciò di cui bisognava interessarsi,quello che a venti anni era irraggiungibile, al nostro tavolo con un bel grembiulino e tutta la sua saggezza, ridotta ad un sapere volgare, comune, diffuso come il non-ci-sono-più-le-mezze-stagioni-non-si-sa-più-cosa-mettere-esci-con-l'ombrello-c'è-il-sole. Di colpo dov'è quel fluttuare sopra tutto e tutti, la tua caratteristica di giovane senza pietà, tutto qui il tuo transito terreno? Abbiamo la vice preside che non è altro che una semi insegnante, una che ha “quasi” capito com’è che si fa. Io adoro e odio le seconde linee della mia vita, specie se le vedo arrancare con la faccia di chi-la-sa-ancora-lunga, mi ricordano cosa ho inseguito per tanto tempo e cosa ho fatto per raggiungerlo. Non confortano il mio futuro nebuloso ed evanescente ma mi danno sicurezza. A parità di situazione io sarò sempre in vantaggio. “Amo il rosso convinto, con il suo retrogusto fruttato”, “quella volta che abbiamo suonato e sono arrivati i carabinieri”, nobili esperienze, se tu fossi anche qualcos’altro, uno stronzo, per esempio, sarebbe sufficiente. “Le ore di sostituzione vanno firmate, se no la segreteria non le paga”, ottima osservazione se non dovessi presentare un buco di culo ad ogni pene che mi si para innanzi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento